5 maggio 2009

Harare e la fame (mia) in Etiopia

Ciao a tutti! Se avete gia' guardato le prime due foto del nuovo album penserete: stavamo a curt e strunzate. E in effetti vi do' ragione. Li' era ad Harare, una citta' ad est, di cui tutti, sia etiopi sia stranieri, mi avevano parlato per via di una caratteristica straordinaria: si puo' dare a mangiare alle iene! E insistevano: devi assolutamente andarci, puoi dare a mangiare alle iene pure con la bocca! 

Ovviamente lungi da me l'idea di arrivare fin li' giusto per fare 'sta stronzata, pero' e' capitato che mi dovevo fermare li' obbligatoriamente nel viaggio per raggiungere Gibuti. Pensavo quindi che non c'era nulla d'interessante da vedere li' e invece e' di gran lunga la citta' piu' bella fra quelle che ho visitato in Etiopia (ovviamente le chiese di Lalibela e' un discorso a parte, ma la cittadina di Lalibela e' bruttina).
E' formata da piccole stradine e vicoletti con le case color pastello su cui spiccano i colori accesi dei veli delle donne e ovviamente mi sono sbizzarrito a fare foto. E poi mercatini vari, un grosso mercato di bestiame, un numero esagerato di moschee, addirittura mi sembra dentro le mura sono piu' di ottanta! Davvero un posto piacevolissimo, si respira anche una certa magia, Rimbaud ne rimase affascinato e visse li' molti anni. E la gente simpaticissima, i litigi dopo le foto quando chiedevano soldi e io accampavo scuse sono stati i piu' divertenti di tutto il viaggio. Che poi facevo bene a non darli perche' sapevo che se li davo a uno dovevo darli a tutti. E infatti appena il mio cuore ha ceduto e ho dato l'equivalente di mezzo euro a una fanciulla (ma devo ammettere che oltre al cuore ha influito su questa decisione il fatto che era una patatina niente male) e' scoppiato un casino, si sono rimaterializzati dal nulla tutti quelli che avevo fotografato e ora volevano soldi. E anche la ragazza e' stata completamente circondata da fotografati che pretendevano la loro parte. Ma non c'era nessuna aggressivita' in questo, era una scena palesemente comica.

Riguardo invece alle iene anche quello e' stato piu' interessante del previsto, vabe' dargli a mangiare con la bocca e' un'americanata, pero' vederle cosi' da vicino e' emozionante. Sono un tipo di iena grandissimo e soprattutto, per quanto in effetti sono dei cani, hanno molte caratteristiche che le fanno somigliare ai felini, anzitutto il pelo.
Il motivo per cui queste iene intorno Harare hanno fatto amicizia con gli uomini e' un mistero e ci sono varie leggende al riguardo. In effetti tutte le iene del mondo si tengono lontane dagli uomini e talvolta lo attaccano. Da oltre un secolo ad Harare e' nato questo gemellaggio, non solo ovviamente nel posto dove gli danno a mangiare per farle vedere ai turisti, il che avrebbe pure un senso, ma per tutta la citta', come scendono le tenebre, le iene arrivano a fare visita, mangiucchiando qua e la' dove capita e senza mai attaccare le persone. Fra l'altro ho visto che non attaccano nemmeno i gatti, un gatto si era avvicinato intorno mentre gli davano a mangiare, un po' sulle sue e pronto a scappare, ma le iene sono rimaste del tutto indifferenti. Si azzannano solo fra loro per acciuffare i pezzi di carne. E la notte poi... ululati e lamenti ovunque... uuuuu... uuuu... da brivido... apri gli occhi/ resta sveglio/ non dormire/ questa notte.

La strada da Addis Abeba ad Harare e' asfaltata e in generale in buono stato (eh, le sanno fare le cose gli italiani!) pero' ho visto un numero sproporzionato di incidenti capitati al massimo poche ore prima. Come avevo gia' detto non ho capito perche' cosi' tanti incidenti in Africa visto che non guidano affatto male, raramente si vedono follie. Su quella strada incidenti di camion, autocisterne, minibus e c'era pure un pover uomo che era stato investito e giaceva morto a terra con la testa rotta. Fra l'altro non gli avevano messo nemmeno un telo addosso, non c'era nessuno affianco e tutte le macchine rallentavano giusto per schivarlo e proseguivano oltre. Ha suscitato giusto qualche oooh di meraviglia nel nostro minibus.

E Gibuti, direte voi? Com'e'? Com'e'? Aspettate, qui inizia la parte triste. Dovete sapere che e' qualche giorno che sto facendo praticamente la fame, e voi direte: e qui si vede il vero viaggiatore, l'uomo che si sacrifica pur di succhiare la vera essenza del posto dove si trova, che vuole essere alla pari coi suoi abitanti in tutto e per tutto, si', ma ovviamente non e' stato intenzionale, semplicemente da quando sono arrivato in Etiopia mi va tutto storto e fra le varie cose la carta di credito non mi caccia piu' soldi.
Senza farvela lunga, ricorderete che gia' nel post precedente mi lamentavo che non potevo prendere soldi e da allora non ne sono riuscito a prendere altri. Con quei pochi soldi volevo arrivare a Gibuti. Avevo messo da parte i soldi per il visto da fare in una citta' vicino Harare chiamata Dire Dawa e per il pullman da prendere li' fino a Gibuti city. Da Harare a Dire Dawa c'e' solo un'oretta di strada, cosi' venerdi' scorso ero partito di mattina presto sperando di fare il visto al volo al volo e magari prendere un pullman in giornata per Gibuti. Ma la sfiga non perdona e cosi' quell'ora di viaggio si e' trasformata in un'odissea di 6 ore perche' la notte precedente la tempesta aveva fatto crollare un tratto di strada e non si poteva passare. Cosi' sono arrivato che l'ufficio per il visto era gia' chiuso e quindi dovevo aspettare fino alla mattina dopo. Vedo quanti soldi ho, a parte quelli per visto e pullman: 70 birr, poco piu' di 4 euro (non 70 birre, 70 birr, la moneta etiope. Un euro corrisponde + o - a 15 birr, mentre una birra, stranamente, costa ben 10 birr). E in queste situazioni ti accorgi quanto l'Etiopia sia economica, ho preso una stanza in una bella topaia per 3 euro e poi ho comprato acqua e uno sfilatino di pane. Lo sfilatino mi e' costato mezza birr, cioe' un trentesimo d'euro! E cosi' ho passato la giornata.
La mattina dopo sono ritornato a quell' ufficio. Era aperto, ma mi hanno detto che per il visto dovevo tornare lunedi'. E cosi' addio Gibuti. 

Coi soldi che avevo messo da parte sono tornato ad Addis Abeba con un minibus notturno da Harare. Ci hanno fermato e perquisito una decina di volte, una cosa davvero snervante, al massimo ogni mezz'ora fermati, tutti giu' e controllo bagagli. Vabe'.

Domenica mattina ero ad Addis Abeba. Le banche erano chiuse ma per fortuna l'albergo accettava pagamenti con la visa (il problema e' solo per quanto riguarda il prelievo di soldi, non le altre spese). Gli ho chiesto se gentilmente potevano darmi anche qualcosina in contanti ma hanno detto che non esisteva proprio, e' illegale, comunque mi erano avanzati un pochino di soldi che ho speso tranquillamente perche' ero sicuro che l'indomani la carta avrebbe funzionato (non vi spiego i motivi perche' e' inutile).

Ma il giorno dopo niente, ho girato varie banche e anche hotel di lusso ma non sono riuscito a prelevare nemmeno l'equivalente di 10 euro. Ho chiesto di nuovo aiuto alla reception dell'albergo ma impietosamente non hanno voluto sentire ragioni.
Ho pensato allora di sfoderare il jolly: la banconota da 100 sloti polacchi (equivalenti + o - a 23 euro) che mi ero ritrovato addosso una volta partito. Questi 100 sloti li avevo provati a cambiare gia' a inizio viaggio, in Mozambico, ma nessuno, nemmeno al piu' infido mercato nero li voleva, guardavano la banconota polacca schifati, quasi offesi dell'affronto che gli stavo facendo nel volerla cambiare. Avevo tentato anche in Sud Africa e poi avevo rinunciato. Adesso potevano essere la salvezza e cosi' ho chiesto aiuto a un ragazzo che bazzica sempre intorno all'albergo proponendosi come guida. Abbiamo girato mezza citta' ma niente, nessuno voleva sloti polacchi. Fra l'altro molti sostenevano che era un imbroglio perche' in Polonia usano l'euro! Vabe'. (Salvo, Danilo, Marco e Filippo, me li spendero' insieme a voi alla Mela verde, al piu' presto! ;-)
Sono tornato all'albergo e ho cercato fra gli spiccioli. In mezzo a varie monetine di mezz'Africa ho trovato 3 euro. E cosi' di nuovo a girare in lungo e largo sotto il sole per provare a cambiarli, ma essendo monete e non banconote nessuno li voleva. Il tutto assumeva inoltre un tono ancor piu' surreale e kafkiano per il fatto che essendo illegale cambiare soldi, tutte queste contrattazioni avvenivano di nascosto, imboscati in vicoletti o nei retrobottega, con continui sguardi preoccupati tutt'intorno. Per cambiare 3 euro. Manco stessi spostando miliardi fra le banche dei caraibi. Comunque alla fine un ragazzo mi ha dato in cambio 20 birr, cioe' un euro e 30 centesimi, quindi una mezza sola pero' e' anche vero che non potevo sperare di piu'.
Bottiglia d'acqua, sfilatino e sono riuscito pure a controllare l'email! 

E siamo arrivati a oggi, martedi'. Sono andato in banca ma sono tutte chiuse per via di una festivita'. Vabe', non ci speravo nemmeno. Ho provato ancora un po' alla reception dell'albergo ma inutilmente. Piu' che la fame un certo giramento di testa cominciava a farsi sentire cosi' mi sono messo alla ricerca di un ristorante che accettasse la VISA. Ho girato a lungo ma niente e proprio quando stavo per rinunciare in un posto che si chiama Pizza Pizza mi hanno detto si, andava bene. E meno male. Cosi' ho mangiato. Al momento di pagare ho cacciato la carta e mi hanno guardato come fossi un alieno. L'hanno pure presa in mano, girandosela fra le dita e, guardandola con occhi misti di stupore e apprensione, si chiedevano forse: e questa cosa sara' mai? E' bella pero'. Ma non sara' mica quell'oggetto diabolico di cui si vocifera, che si fa strisciare su una macchina e il pagamento e' fatto? Sara' quello? Insomma non esisteva proprio, dovevo pagare in contanti.
Io non sapevo come metterla a nome, gli dicevo guardate che mi avevate detto che andava bene, ma chissa' che avevano capito.
Per fortuna una ragazzina che stava al tavolo affianco, fra l'altro molto bellina, si e' impietosita e ha detto che avrebbe pagato lei. Questa e' stata una cosa molto triste per me, cioe' il contrario va bene, il turista occidentale vede la ragazzina etiope affianco che poverina era affamata ma non ha i soldi, paga lui, poi magari da cosa nasce cosa... cosi' va bene, ma all'incontrario e' veramente umiliante, ve l'assicuro.
Le ho detto che comunque non esisteva che non le restituivo i soldi, cosi' siamo andati alla reception dell'albergo e gli ho fatto capire che mi dovevano assolutamente dare qualcosa di soldi tantopiu' che la mattina dopo dovevo prendere il taxi per l'aereoporto, e come cavolo facevo? (si, ieri ho fatto il biglietto, domani si torna!)
Hanno borbottato ancora un po' che era illegale, finche' per fortuna uno ha detto: pero' almeno sai... intendeva dire che volevano qualcosa per loro, i merdi, e gli ho detto e' ovvio, vi do' qualcosa di mancia, merdi che non siete altro (quest'ultima parte di frase non l'ho pronunciata ma glie l'ho inviata con lo sguardo direttamente nel cervello, telepaticamente).
E cosi' si e' risolto tutto. Ringrazio soprattutto la ragazza, Rahel, mi ha dato pure il numero del cellulare ma ormai non c'e' piu' tempo... il muzungo se ne va via, si torna in Europa a cercare lavoro. A tal riguardo ho un atteggiamento molto buddista: se lo trovo, meno male. Se non lo trovo... meno male!

Beh, il viaggio finisce qui e anche il blog, mettero' un ultimo post dopo il ritorno con la mappa finale e, se succede qualcos'altro di particolare, un ultimo racconto.
Ringrazio tutti quelli che mi hanno seguito, tutti quelli che hanno contribuito con i commenti, il continente Africa che mi ha avvolto tanto calorosamente e soprattutto i suoi abitanti, gli africani, che, a parte qualche insignificante eccezione, mi hanno sempre trattato come un fratello e fatto sentire a casa.

Rispondo ai commenti.

Ciao Salvo! Si, spero di tornare a Varsavia al piu' presto, magari un fine settimana!

Ciao Danilo! Si, ho saputo della febbre suina. Pare che fanno pure i controlli della temperatura negli aereoprti, speriamo che non viene un'influenza senno' va a finire che mi mettono pure in quarantena!

Ciao Wanda!! Grazie! Beh, ci vediamo fra un paio di giorni, magari da Ciaccucci.

Ciao Marco! Beh, che vuoi che ti dica... il capitano comincia ad essere un po' vecchietto, il biosgno di una fanciulla affianco nelle fredde mattine... vabe' sto delirando, si, sara' lo stress accumulato nel viaggio! Urge riposo assoluto e una bella festa a Varsavia! Speriamo presto.

Tanti baci a tutti.

Le foto, per via della censura etiope, qui:


Harare (Etiopia)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Avevo scritto "sognando l'Africa"...tu magicamente l'hai raccontanta.
sensazioni in questo momento? dolce malinconia...pagine di un bel libro letto e vissuto,entrata pienamente nella storia e quasi nn vuoi che finisca.
IL TUO DIARIO DI VIAGGIO.
Un grazie a te Giovanni

Buon rientro (in Italia mi sembra di aver capito) e a presto!
Wanda

Salvo ha detto...

Affamatore di ragazzine etiopi! :-)A parte gli scherzi...Grazie Giovanni per le emozioni che ci hai saputo trasmettere!
Sei un grande!
Spero che Tu possa trovare un lavoro a Varsavia.

Filippo Maria Caggiani ha detto...

Ciao Giovanni, solo recentemente sono tornato a leggere il tuo blog dopo un (troppo) lungo periodo di assenza, di cui mi scuso. Ero troppo preso con i miei problemi personali (ricerca di lavoro e spostamento di casa in casa per 2 mesi) per rilassarmi con i tuoi fantastici racconti. Recupererò, comunque.
Riguardo a questo tuo ultimo post mi sono divertito tantissimo leggendo la tua disavventura con gli "sfigatissimi" zloty polacchi :-D
Comunque ora non dovrebbe essere troppo difficile trovare un lavoro nel settore dei videogiochi, lo sai, quindi ti faccio i migliori in bocca al lupo.
Io, proprio ieri, ho trovato un lavoro! Sempre a Varsavia, come videogame tester. Dovrei cominciare lunedì. La compagnia si chiama Lionbridge, e magari puoi provare anche tu.
Comunque, quando passi di qua si va al Mela Verde (però c'è una triste notizia: la meravigliosa Patrizia non lavora più lì).
Spero di rivederti presto.
In ogni caso, ora riposati, poi si pensa :-)
Buon ritorno!
Filippo

Marco ha detto...

e che cazz....una lacrimuccia e` li li per uscire :( ma non te ne potevi restare in africa??? ;-)