31 marzo 2009

Uganda e rafting sulla sorgente del Nilo



Stavo viaggiando verso occidente, da Nairobi a Kampala. Era l'alba di un mattino domenicale, la strada deserta attraversava terreni collinosi e ondulati. Davanti a me i raggi del sole creavano sull'asfalto laghi di luce tremolanti e splendenti. Appena mi avvicinavo la luce spariva, per un attimo l'asfalto tornava grigio, poi passava al nero; ma un momento dopo ecco brillare un altro lago e poi un altro ancora. Il viaggio si trasformava in una crociera su acque incandescenti che si accendevano e si spegnevano a intermittenza come luci straboscopiche di una discoteca impazzita. Vabe'... fin qui l'ho copiato di sana pianta da Kapuscinski (Ebano) ;-) passiamo ora a Dekaro con il suo stile un po' piu' scarno, strampalato e talvolta sgrammaticato ma non per questo meno piacevole bisogna dire. Allora. Non era un' alba di una domenica bensi' di un giovedi' quando facevo quel tratto e di certo in quei momenti non avevo tanta voglia di poetizzare ma semmai di bestemmiare. Ma andiamo con ordine.
Mi sono fatto forza e ho abbandonato il bungalow sulla spiaggia a Zanzibar per ributtarmi in mezzo alle mazzate di pullman, minibus e stress vari. Sono stato un giorno a Dar Er Salam e poi ho raggiunto una citta' al centro-nord, Arusha, che e' un punto di partenza per vari safari nella zona. Come avevo gia' detto non ne voglio fare altri, invece con un ragazzo del posto ho visitato a piedi vari piccoli villaggi masai o a prevalenza masai che circondano la citta'. Non parlano nemmeno lo swaili li', solo la lingua masai.
Quindi, dopo un paio di giorni, ho deciso di raggiungere l'Uganda. C'erano due possibilita': o continuando verso ovest e poi attraversare il lago Vittoria oppure prendere un pullman che arriva direttamente a Kampala (la capitale dell'Uganda) passando per Nairobi. Io ormai sto viaggiando senza nemmeno una guida che mi dia delle informazioni generali perche' il mio Lonely Planet e' solo per l'Africa del sud, e allora cerco di captare informazioni qui e li' e pare che il traghetto che attraversa il lago Vittoria c'e' solo due volte a settimana di non so quali giorni. Cosi' ho scelto di andare col pullman via Nairobi e volevo farlo con una compagnia che si chiama Norwegian e non e' malvagia, ma purtroppo non fa piu' quel tratto, cosi' sono finito, per un prezzo osceno, su un pullman grosso grosso sgangherato di un'altra compagnia. Su questo pullman era come se gli ammortizzatori non esistessero, ogni buca anche piccola si saltava letteralmente in aria! Gia' dopo dieci minuti non ce la facevo piu'. E' durato 18 ore. Dalle 5 del pomeriggio alle 11 di mattina del giorno dopo. E' stato un saltellare continuo e durante alcuni voli dagli scaffali cadeva di tutto. Per terra era pieno di vetri rotti e liquidi vari. E' stato terribile.
Come per tradizione anche in questo viaggio notturno mi si e' "addormentata" affianco una fanciulla, Dalin, della Tanzania, che fa l'universita' a Kampala. (Pero' non so se avete notato... stavolta ho messo le virgolette... forse ho un po' edulcorato ;-)
Quindi a Kampala citta' che sorge su 7 colli, proprio come Somerville nel Massachusetts, insomma. Non e' bella e c'e' un traffico infernale eppure e' abbastanza piacevole starci. Un colle e' il centro, sopra c'e' la zona ricca con il parlamento e gli hotel di lusso, mentre scendendo giu' fino alla principale stazione di bus diventa un casino fra bancarelle che invadono le strade da entrambi i lati o le occupano interamente. Per spostarsi la scelta migliore sono le moto-taxi che, anche se un po' spericolatamente, riescono a distreggiarsi in mezzo al traffico.
Sugli alberi e sui pali ci sono degli uccelli strani, forse pellicani, dopo metto una foto. Molto curiosi da vedere, bruttini e goffi. E' divertente guardarli, quando si muovono pare che stanno sempre li' li' per cadere e quando fanno piccoli tratti in volo sembra quasi che non ce la fanno a reggere il proprio peso. Invece una volta in alto svolazzano maestosi ed eleganti (tipo l'albatro di Baudelaire).
Il mio albergo stava proprio affianco a una maestosa moschea piazzata sopra un colle e visibile da tutta la citta'. Il problema di stare affianco alle moschee e' che ogni tanto sparano a tutto volume le preghiere con gli altoparlanti. Sono veramente angoscianti. Sembra come se qualcuno abbia il mal di pancia e voglia annunciarlo al resto del mondo, dei lamenti strazianti e deprimenti che non finiscono piu'. Gia' a Stone Town era cosi', ma mai come ad Arusha dove sono stato svegliato in piena notte da un piagnisteo sparato a volume altissimo da una moschea vicino. Era ancora tutto buio, non ci potevo credere! E non finiva piu'. Poi dopo, nemmeno il tempo di riaddormentarmi e sono iniziate quelle, piu' lontane, di altre moschee. La notte dopo stessa storia e stavolta ho visto che ora era: le 5 di mattina!
Dopo due giorni a Kampala sono andato a Jinja a fare una delle cose piu' spassose dell'intero viaggio: il rafting alla sorgente del Nilo. Straordinario. Io non sono un appassionato di rafting ma, a detta degli esperti, ho fatto 2 fra i piu' belli al mondo: qui in Uganda e in Nepal.
Questo pero' e' stato piu' impegnativo. In Nepal ci avevano un po' spiegato come fare in caso di caduta dal gommone, qui lo si dava per scontato che almeno una volta capitava e quindi prima di partire ci siamo esercitati su alcune piccole rapide su come comportarci una volta finiti nel fiume. Anche il ribaltamento del gommone era quasi sicuro e ci siamo esercitati in proposito. Quindi siamo partiti. 31 chilometri di adrenalina pura! No, in realta' molti tratti sono tranquilli e ci si puo' rilassare, avanzando lentamente e godendosi uno scenario spettacolare, il verde del fiume, il verde della vegetazione intorno. Avevo la sensazione che non stavo andando verso il centro di un continente ma stessi per avventurarmi verso il centro della Terra (anche questa e' scopiazzata, ma stavolta lascio a voi indovinare da dove).
Comunque, ovviamente, l'attrattiva principale sono le rapide. A volte, prima di alcune rapide, potevamo scegliere se prendere il lato difficile o quello piu' facile, ma, inutile dirlo, in queste situazioni si sceglie sempre per il pericolo (e senno' non ci andavamo proprio). Gia' mentre ci avvicinavamo alla prima rapida la guida ci ha chiesto se farla facile o difficile, in caso di difficile era molto probabile che il gommone si sarebbe rovesciato. E tutti noi: vai! Non si ribalta! Andiamo! Ci siamo ribaltati, ma non e' niente di drammatico, a un certo punto ti trovi in acqua non sai nemmeno come e cerchi (corrente permettendo) di ritornare presso il gommone. Dopo pero' io ho sbagliato a fare il ribaltamento del gommone. Cioe' (non l'avevo capito bene nemmeno io allora) il gommone e' a testa ingiu' e ci si mette tutti appesi da un lato per tenerlo schiacciato sull'acqua mentre la guida da sopra lo raddrizza tirandolo dall'altro lato. Quindi per un momento si finisce sott'acqua e bisogna spingersi appena appena avanti per finire dall'altro lato (mentre il gommone e' adesso alle spalle, testa insu'). Io non avevo capito bene, la guida ci ha detto di fare un gran respiro ma non ho avuto nemmeno il tempo di farlo che mi sono improvvisamente ritrovato sotto il gommone, che era ritornato dritto. Non avevo piu' aria ma la testa era schiacciata giu' dal fondo del gommone, ho iniziato a nuotare a caso cercando un'uscita ma non mi era chiaro dove andare perche' nel frattempo anche il gommone sopra si muoveva. Poi quando davvero sentivo di non avere piu' un briciolo d'aria mi sono ritrovato fuori a respirare. Adrenalina pura. E dopo piu' o meno cosi' per tutto il viaggio, quella e' stata comunque l'unica volta che ci siamo ribaltati ma alcune rapide sono state da brivido, come delle piccole cascate. Ben 3 di grado 5, cioe' il grado massimo nel mondo del rafting (c'e' anche la rapida di grado 6 che vuol dire che nessuno e' ancora riuscita a farla senza capotarsi. Se qualcuno ci riesce la trasforma automaticamente in grado 5).
La sera e la notte ci siamo rilassati bevendo e mangiando sulla terrazza della guest house, con vista sul fiume che scorre lento una cinquantina di metri sotto. Per dormire ho piazzato la tenda, non mi ricordo nemmeno piu' quando e' stata l'ultima volta che l'avevo usata.
La mattina dopo, mi ero appena svegliato e sentivo delle gocce cadere pesantemente proprio sulla punta della tenda (e' a forma di igloo). Pero' non pioveva. Boh. Poi sempre sulla punta e' caduto un grosso pezzo di qualcosa, si vedeva in trasparenza, controluce. Mi e' venuto allora un atroce sospetto, che purtroppo si e' rivelato esatto: una scimmia dall'albero mi aveva pisciato e cacato sulla tenda! Che schifo. Sull'albero non c'era piu' nessuno, pero' proprio affianco alla tenda c'era una grossa scimmia. Quasi sicuramente era stata lei perche' non se ne vedevano altre in giro. Ovviamente gli ho iastumato i morti e gli ho fatto segno se almeno adesso voleva togliersi dalle palle (ah, per la cronaca le sue palle erano azzurre, non sto scherzando!) ma niente, anzi si metteva dritta dritta come a impostarsi. Mi sono avvicinato ancora, e niente, restava ferma come a sfidarmi! Ho preso una scarpa e vi giuro gliela stavo per tirare in testa quando finalmente, un po' controvoglia e lentamente, se n'e' andata.
Nel pomeriggio sono andato con tre ragazze a visitare Jinja e il punto esatto in cui nasce il Nilo, staccandosi dal lago Vittoria. Dopo circa tre mesi di viaggio l'acqua raggiunge il mare nostrum.
Li' il Mahatma Ghandi ha voluto che fossero sparse alcune delle sue ceneri. Una scelta che ha lasciato molti perplessi: perche' proprio li'? Ma e' ovvio: perche' voleva essere il primo uomo a fare il rafting del Nilo! Che la pace sia con voi.

Rispondo ai commenti.

Ciao Piergiorgio! No, niente. Cioe' l'ho consumato pure, ma non nei minuti, ore, giorni, settimane, mesi... ecc... appena precedenti quella foto!


Ciao Marco! Si', risposta esatta. Freddy Mercury nasce il 5 settembre 1946 a Zanzibar. I suoi genitori si erano trasferiti li' dall'India ma erano a loro volta di origine persiana. In seguito si trasferira' in India e poi all'eta' di 17 anni a Londra.
Riguardo a Salvo, ormai si e' capito, quando ci si aspetta qualcosa da lui va sotto pressione e non riesce a creare. Bisogna lasciarlo libero e spensierato affinche' possa tirare fuori le sue str...avaganze! ;-)


Foto.



Stazione degli autobus ad Arusha (Tanzania)




Chiesetta in un villaggio Masai, vicino Arusha




Scuola in un villaggio Masai, vicino Arusha










Capretta




Occhio




Questo e' quell'uccello curioso di cui vi parlavo, a Kampala (Uganda). E' un pellicano, no?




Questa invece e' la moschea che stava vicino al mio albergo a Kampala




Partita di pallone, Kampala.




Qui nasce il Nilo, staccandosi dal lago Vittoria.




Il Nilo, vista dalla terrazza della guest house vicino Jinja.



Ok, e ora alcune foto del mio rafting. Nella foto all'inizio del post si vede il gruppo: 4 pakistani in fronte, una coppia danese, io, e dietro tutti la guida.
Iniziamo con il pezzo forte: la sequenza del capotamento!




Io sono quello col casco giallo, gia' quasi sott'acqua.




Qui si puo' vedere solo un mio braccio.




E buonanotte ai suonatori.




Eh eh...

Altre foto a caso, io sono quello col casco giallo dietro.




























2 commenti:

Salvo ha detto...

Grazie Capitano, per quest’altro capitolo di Africa che ci stai regalando.
Niente male la compagnia di trasporti “Norwegian” in Africa...ma il nome non ti aveva almeno un pò insospettito?
Triste ed inquietante, il quadro ecomico che descrivi, anche lì la gente tira a kampala :-).
Mi permetto di correggere il nome della ragazza, non si chiamava Dalin, ma Dalla (come il famoso cantante):-).
L’avevo sentito dì in tanti modi, ma mai edulcorare ;-).
Sulle rapide l’indigeno Ti aveva avvisato, seppur in un italiano stentato: “Vedi ga ribaldi!”, ma Tu niente! Giravi la testa cercando sulle rive l’eroe dei due mondi! Di nuovo: “Vedi ga ribaldi!”, ha ripetuto l’istruttore. Fino a quando il gommone non si è ribaltato e lui ha detto: “Te l’avevo detto che ribaldavi!” :-)
Dici che la tenda è a forma di igloo... Una domanda sorge spontanea, conoscendo le Tue capacità di orientamento... ;-) Sei sicuro di essere in Africa??? :-)
Grande la didascalia: "occhio".

Alla prossima!!! Sempre agli ordini Capitano Flint!!!

danilo ha detto...

Giovanni,
Rambo al confronto con te e' un dilettante ! Bene, la rivoluzione ha bisogno di uomini che amano il rischio ;-)

Ma toglimi una curiosita'. Le foto chi le ha fatte ? Non e' che uno scendeva prima e poi vi rovesciavate apposta ??? :-)

A presto !